Alfa Romeo 6C “Villa d’Este”, viaggio nel tempo

Federico Marcuzzo

Galeotto fu uno degli ultimi articoli del numero di novembre di Ruoteclassiche, sull’ultima asta Bonhams in Belgio. Leggo che una delle auto vendute, fra l’altro ad un prezzo relativamente basso  (460.000 euro, rispetto una stima di 700 – 800.000 euro), è un’Alfa Romeo, una 6C 2500 SS “Villa d’Este”.

Dalle linee immagino che sia degli anni ‘20 o ‘30, quindi comincio a cercare. L’Alfa Romeo 6C 2500 fu l’ultima creazione di una linea sportiva che ebbe origine nel 1925 con la 6C 1500; quest’ultima fu la prima espressione del genio del designer Vittorio Jano, il quale aveva guidato la rapida ascesa della compagnia italiana sulla scena internazionale a metà degli anni ‘20.

Tutti i modelli 6C 2500 avevano prestazioni eccezionali per l’epoca, il massimo lo davano le versioni a tre carburatori (“Super Sport”, SS) che arrivavano ad erogare la potenza di 110 cavalli.

La maggior parte delle 6C 2500 fu costruita dalla carrozzeria Touring di Milano e, tra le varie versioni, la “Villa d’Este” prende il nome da uno degli hotel più famosi d’Italia, situato sulle rive del Lago di Como, che ospitava ed ospita ancora un concorso d’eleganza di fama mondiale: quando un modello 6C 2500 SS Touring vinse l’evento nel ‘49, fu deciso di produrne una serie limitata per clienti selezionati. Ne furono costruiti solo 36 esemplari, pressoché diversi uno dall’altro perché fatti a mano, tutti coupé a due porte.

Le linee sono frutto di un’armonia strepitosa fra eleganza e potenza, a mio modo di vedere ancora molto attuali. Perché vale la pena risalire agli anni ‘20, lungo l’albero genealogico di un’auto costruita nel secondo dopoguerra? Nei primi decenni del ‘900 nacque in Italia e successivamente si diffuse in tutta Europa,un movimento culturale, il Futurismo, fra i cui principi c’erano la velocità, la vivacità, la forza, l’energia.

Allora riuscivamo ad essere all’avanguardia anche nella cultura e viene spontaneo associare i principi del Futurismo al mondo dell’auto, già solo per la vicinanza fra alcune date significative: Manifesto Futurista, 1909, Bologna; Maserati, 1914, Bologna; Alfa, 1910, Milano; Lancia, 1906, Torino.

In questo viaggio nel passato ci ritroviamo in un’epoca nella quale, dall’arte alla cultura alle auto, il futuro era la luce che guidava. Osservando quest’auto, non occorre sapere nulla del Futurismo per coglierne gli stessi principi: velocità, cambiamento, energia, forza, tutto fuso in un’armonia che riprende canoni estetici perenni.

Cos’erano allora queste automobili se non macchine del tempo verso un futuro allora inimmaginabile? Probabilmente è in questa domanda il fascino che esercitano oggi capolavori del passato come l’Alfa Romeo 6C 2500 “Villa d’Este”.