Retromobile 2020: L’alternativa Transalpina

Stefano Bacciolo

Ci siamo anche per quest’anno. L’alzataccia è garantita.
La partenza è prevista Sabato alle ore 7.00 da Venezia. Recupero Luca alle 5.00 sottocasa e alle 5.30 siamo in aeroporto puntuali. Tempo di un caffè e si parte. Arrivo al Charles de Gaulle alle 9.00 con una mezz’ora di ritardo rispetto la tabella di marcia. Attraversiamo in taxi una Parigi ancora assonnata in un mattino nuvoloso. Tanto per cambiare. Arrivo all’hotel a Porte de Versailles; il tempo di depositare i bagagli, consumare una robusta colazione e subito affrontiamo Parigi. La città è nostra.
I 10 minuti a piedi che ci separano dal polo fieristico rinnovano ancora una volta questa sensazione. Come l’anno scorso.

Rispetto l’anno scorso, tuttavia, ci pare che l’affluenza al salone sia molto più importante. Lunghe file ai botteghini, ma noi, con i biglietti pre-acquistati entriamo in tempi piuttosto rapidi. Il sospetto che avevamo fuori ora diventa certezza. C’è veramente tanta gente. Non riesco a vedere con sufficiente appagamento lo stand delle mie beniamine: Citroen e Peugeot sono letteralmente prese d’assalto. L’occasione è importante perché ricorrono i 50 anni dalla presentazione della Citroen SM e della GS. Il palcoscenico è soprattutto per loro.

Due modelli, in particolare, calamitano l’attenzione del pubblico presente. La SM Espace rarissimo esemplare della carrozzeria Heuliez con tetto apribile a lamelle e la SM OPERA modello a quattroporte lavoro di stile, ancora una volta, di Monsieur Henry Chapron. Esemplari rari ma visti anche a Fertè Vidame lo scorso agosto in occasione dei 100 anni di Citroen;

Invece la GS fa bella mostra di se con una serie speciale dell’epoca con tessuti degli interni dedicati. Esemplare del Conservatoire in uno stato impeccabile.

Nello stand Peugeot fa bella mostra di se una berlina 204 stesso colore della mia sfortunata cabrio: blue acquamarina. Qualche chiacchera con gli appassionati locali, nel mio francese stentato e poi via a scoprire cos’altro ha da offrire Retromobile in questa edizione 2020.

Non si contano anche qui gli stand con una presenza massiccia di Porsche, Ferrari, Alfa Romeo e Lamborghini, Mercedes e Jaguar che fa da apripista a tutte le altre farms inglesi. Non ultima l’Aston Martin qui presente con modelli inediti.

Ma a noi interessano soprattutto le Francesi. Siamo qui apposta. E allora mi faccio ammaliare dalle Facel Vega. Una “barn find” o come dicono i transalpini una “ sortie de grange” di colore verde metalizzato che cattura la mia attenzione ; come un’altra più piccola, una Facellia che per fortuna risultava già venduta al prezzo di 178.000 euro. Altrimenti avrei potuto fare una pazzia. Mi metto al posto di guida. Scomodissimo, ma attraente e conturbante.

E ancora le più note Bugatti: dai primi capolavori di Ettore alle più recenti costosissime Veyron e Chiron.

Importante anche lo stand Renault con prototipi e modelli interessanti. Spiccano un bel prototipo, praticamente definitivo, colore blu delta della 17, coupè tipicamente anni ’70 che in Italia sarà chiamata scaramanticamente 177. La Renault Torino modello costruito dalla IKA in Argentina su licenza Renault ed ancora il prototipo “Project H” che prefigura le successive Renault 20 e 30. 

Altre macchine che difficilmente potremo apprezzare alle fiere nostrane, sono le futuristiche Avions Voisin. Auto dal design avveniristico e costruttivista. Siamo negli anni 20. Auto di lusso costruite da una “USINE” che si dedicava più agli aerei che alle auto. In Avion Voisin si formerà l’Ing. Lefebvre, visionario progettista, che insieme, a Flaminio Bertoni e Paul Mages, saranno i padri incontestabili della Citroen DS. 

Manca ancora all’appello la Panhard con i modelli Dyna e CT 24 . Auto che popolavano le strade francesi negli anni 60 per poi essere assorbite nella galassia Citroen e scomparire per sempre nella memoria dei più.

Ma le ore passano e la stanchezza comincia a prendere il sopravvento .

Saltiamo per scelta i modelli all’asta di Artcurial e ci fiondiamo a visitare una bellissima esposizione sulla storia della casa Cecoslovacca TATRA. Sono presenti tutti i modelli a partire dalla V 570 che fu plagiata da Ferdinand Porsche nella progettazione del Maggiolino, fino alle più recenti quanto anacronistiche Prezident. Importanti Berline a motore e trazione posteriore dal design sicuramente fuori ordinanza per i gusti europei. Veri e propri anacronistici dinosauri dal destino inesorabile.

Importante e sicuramente da non perdere i modelli esposti della collezione Bertone ora di proprietà dell’ASI. Prototipi visti solo, almeno da me, nelle foto delle riviste specializzate dell’epoca. Vetture che sono e saranno visibili presso il museo Volandia di Somma Lombardo nell’hinterland milanese .

Dream cars, prototipi ed esercizi di stile dei designers che hanno segnato un’epoca; primi fra tutti Giorgetto Giugiaro e Marcello Gandini, in forza, seppur in tempi diversi, nella maison di Nuccio Bertone.

Ed eccole nei loro sfavillanti quanto eccessivi colori e nei loro nomi ricercati ed esotici: Runabout, Camargue su base Citroen GS, Volvo Tundra, La Citroen Zabrus, la Genesis improbabile monovolume per Lamborghini, la Chevrolet Testudo affilatissimo coupè e il prototipo Rainbow per Ferrari.

Interessanti anche le esposizioni delle macchine agricole e di mezzi militari, come importantissimo il Museo de le Chateau de Compiegne fondato nel 1927 risulta essere il primo museo al mondo dedicato alla locomozione.

E ancora la galleria degli artisti, i club di marca, abbigliamento, accessori, automobilia, modellismo e ricambi. Questi ultimi in volumi sicuramente meno rilevanti di quanto siamo abituati a vedere a Padova.

Curiosa e con alcuni pezzi di interesse l’area dedicata alla vendita di auto con prezzo inferiore ai 25.000 euro sponsorizzata da CATAWIKI.

Sono le 18.30. I padiglioni del salone sono praticamente vuoti. Riusciamo, non paghi, trascinandoci faticosamente sui nostri dolenti e fumanti piedi, a rifare un ultimo veloce giro cercando di scovare qualche chicca che tra la folla delle ore precedenti poteva esserci sfuggita.

Massì chiudiamo in bellezza. E la bellezza si chiama Citroen DS 21 cabriolet “Usine” . Esemplare quindi assemblato nelle officine Chapron a Levallois ma su licenza della casa madre. Bellezza ed eleganza esaltata dalla nuance  Blanc Mejè con interni in cuir noir. Lo sticker arancione sul parabrezza è testimonianza della sua presenza al grande “Rassemblement” per i 60 anni della DS a Parigi nel 2015

E con gli occhi pieni di meraviglia e con le gambe a pezzi lasciamo anche per quest’anno Retromobile. Il nostro ristorante, la Petite Auberge, ci aspetta per la cena. Finalmente.

Ultima annotazione

L’immancabile visita, all’indomani, alla Ville Lumiere, mi riserverà una angosciante visione: lo storico showroom Citroen sugli Champs Elyseens è stato miseramente chiuso ed abbandonato a se stesso. Rimangono ancora presenti le effigi Citroen stilizzate sulla facciata ma all’interno si intravedono i locali, i palchi ed i soppalchi completamenti vuoti : presagio di un destino altrettanto sinistro per il marchio del Double Chevron dopo che il gruppo PSA sarà fuso con FCA ?

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